Dopo sei triloghi si è raggiunto l’accordo politico sulla direttiva che il PE aspettava da molto tempo: la buona ed equa gestione della filiera agricola e alimentare. I produttori agricoli sono spesso particolarmente vulnerabili alle pratiche commerciali sleali poiché privi di un potere contrattuale che corrisponda a quello dei loro partner. Ho votato a favore della risoluzione poiché riconosco l’importante lavoro svolto dal relatore e collega De Castro che è riuscito ad aumentare il numero di pratiche commerciali sleali da 8 a 16, equilibrando i rapporti di forza all’interno della catena alimentare e definendo un quadro unionale di regole da rispettare, che armonizzi venti diverse normative nazionali e fissi norme minime per tutti gli Stati membri. Inoltre, la direttiva rafforza la protezione per gli agricoltori, fissando a 350 milioni di euro la soglia di fatturato globale per poter rientrare nel campo di applicazione del provvedimento. La proposta mira quindi non solo a ridurre le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare ma introduce anche un livello minimo di tutela comune europea con l’obiettivo finale di costituire un’autorità nazionale di garanzia. La proposta risponde alle domande degli agricoltori che chiedono di essere meglio protetti contro le pratiche abusive di trasformatori e rivenditori.