Ho votato a favore della relazione annuale 2015 sull’attività della BCE, perché ritengo che la politica monetaria e particolarmente le misure non convenzionali di allentamento quantitativo messe in atto dalla BCE siano in linea con gli obiettivi di stabilità dei prezzi e coerenti con il suo mandato, ma soprattutto perché sono state decisive per preservare l’integrità dell’Eurozona, proteggerla dalla deflazione e contribuire alla ripresa economica, ancora incerta in molti Stati dell’Eurozona. Questa relazione costituisce ad un tempo l’occasione per il PE per fare il punto sul policy mix di riforme strutturali e politiche fiscali messo in atto nell’Eurozona, constatando nondimeno, la necessità di un maggiore orientamento delle stesse alla crescita, attraverso investimenti pubblici e privati che rafforzino la coesione territoriale. Così come sugli effetti delle politiche monetarie sul sistema finanziario europeo, oggi nettamente più forte in termini di capitale, 'leverage', finanziamento e assunzione dei rischi. Come affermato dal Presidente Draghi, il common equity tier 1 dei gruppi bancari significativi dell’Eurozona è oggi oltre il 14%. Resta, infine, aperto il nodo della redditività delle banche e soprattutto quello del completamento dell’Unione bancaria, attraverso la creazione del terzo pilastro (EDIS) e la creazione di un backstop finale pubblico nell’ambito del secondo pilastro.