Ho votato a favore della risoluzione del PE sul futuro delle relazioni UE-ACP dopo il 2020 perché ritengo che sia giunto il momento di attualizzare le relazioni con questi paesi basati sulla Convenzione di Cotonou e su quelle che l’hanno preceduta. La forza e l'acquis dell'accordo di Cotonou si fondano su caratteristiche uniche: si tratta di un documento giuridicamente vincolante, il numero di paesi che vi aderiscono è senza precedenti (79+28 paesi membri), poggia su tre pilastri concernenti la cooperazione allo sviluppo, politica e economica e commerciale e soprattutto dispone di un quadro istituzionale comune nonché di un bilancio sostanzioso (Fondo europeo di sviluppo). Auspico che l'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) diventino il fulcro di un nuovo accordo e che si creino solidi meccanismi di monitoraggio per garantire che l'attuazione dell'accordo contribuisca al conseguimento degli OSS e alla loro promozione. L’accordo post-Cotonou deve essere un accordo politico quadro, in base al quale siano fissati requisiti minimi vincolanti per gli APE (Accordi di partenariato economico), al fine di garantire la continuità dei vincoli relativi alle disposizioni in materia di buona governance, rispetto dei diritti umani, anche delle persone più vulnerabili, e rispetto delle norme sociali e ambientali.