Ho votato a favore della Relazione sull’applicazione della direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro (direttiva sulla parità in materia di occupazione) perché sostengo la necessita di creare condizioni omogenee tra tutti i cittadini comunitari per favorirne l’accesso al mondo del lavoro. Nonostante l’Unione europea si fondi su valori quali: il rispetto della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e tutela dei diritti umani, c’è da constatare un grande divario tra gli Stati membri circa il rispetto degli obblighi della direttiva in materia di occupazione. Se è vero che alcuni Stati più virtuosi vanno addirittura oltre tali obblighi, estendendo le tutele anche all’uguaglianza razziale, oltre che all’età, all’orientamento sessuale, alle convinzioni religiose, permangono numerosi problemi di accesso al lavoro per il Rom, per gli omosessuali, per i musulmani o gli ebrei. La necessità di ampliare la partecipazione al mercato del lavoro nel futuri e la sicurezza dei lavoratori costituiscono oltretutto un requisito fondamentale per creare le condizioni per una più adeguata conciliazione vita-lavoro e per una migliore e diffusa coesione sociale e benessere dei cittadini.