La votazione sull’accordo di partenariato economico tra l’UE e i paesi della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC) ha richiesto una riflessione molto attenta circa la valutazione dei reali benefici e mutui vantaggi tra le parti. L’accordo consentirà a Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia e Swaziland di avere libero accesso al mercato europeo grazie all’eliminazione di quote e dazi doganali, mentre il Sudafrica, già partner bilaterale dell’UE, vedrà facilitata la libertà d’accesso delle sue merci e dei prodotti agricoli. Dopo la vicenda dell’olio tunisino, assistiamo all’ennesimo duro colpo alle nostre aziende agricole e in particolare ai piccoli produttori di agrumi dell’Europa Mediterranea, già sottoposti alla concorrenza sleale di paesi come il Marocco e che ora dovranno subire l’invasione sul mercato europeo di tonnellate di arance a basso costo e senza adeguati controlli fitosanitari. Il mio voto negativo al testo è quindi anche un no convinto alla politica di svendita della nostra agricoltura senza peraltro adeguate valutazione d’impatto. Rispetto ai beni provenienti dall’UE e destinati al Sudafrica, ritengo che un buon accordo avrebbe potuto tenere in conto, oltre ai vini e prodotti alimentari, anche del nostro olio d’oliva a denominazione protetta di cui invece nel testo non vi è menzione.