Ho sostenuto la risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a un documento di viaggio europeo per il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare perché penso che realizzare un format e un sistema unico per tutti gli Stati membri permetterà di garantire che le operazioni di rimpatrio vengano effettuate in modo sicuro, tutelando la salute e i diritti fondamentali dei migranti. Nel 2014, infatti, oltre il 60% dei provvedimenti di rimpatrio dei migranti verso il loro paese d’origine non è stato eseguito, anche nei casi di decisioni volontarie. Manca, infatti, nell’agenda europea per le migrazioni un sistema che permetta di instaurare una vera leale collaborazione tra gli Stati dell’UE e i paesi di provenienza dei migranti, che spesso si rifiutano di accogliere i loro concittadini non riconoscendone i relativi documenti. L’obbligo di riconoscere e accettare un documento europeo con un fomat unico, scritto nella lingua dello Stato che esegue il rimpatrio e tradotto in francese, inglese e nella lingua del paese di origine, con una foto segnaletica e una tecnologia anticontraffazione rappresenta quindi lo strumento idoneo a risolvere questa problematica, e permette di migliorare la tutela dello stesso migrante.